Se le prime tracce del nome “Ferla” compaiono durante la stagione medievale, il paese è ben più antico, e abbondano su tutto il territorio, testimonianze preistoriche, greco-romane e paleocristiane.

Prima dei greci sorgeva un sito abitato sulla collina denominata “Castello”, poco a sud dell’attuale abitato, e nelle immediate vicinanze, tracce di necropoli e di abitazioni rupestri ancora oggi documentano archeologicamente l’esistenza di tale nucleo.

L’abitato continuò ad esistere dopo la colonizzazione greca (VIII secolo a.C.), ad esso sembrerebbero riferirsi le notizie relative al “Castel di Lega” citato da Tucidide.La presenza di una, seppur limitata, comunità umana nel luogo è confermata anche negli anni della evangelizzazione cristiana e nelle età successive. In tal senso il piano di San Sebastiano va visto come luogo centrale di un nucleo urbano scelto da un popolo che qui ha mantenuto con continuità, dall’età ellenistica ad oggi la sua presenza.Nulla sappiamo di ciò che avvenne a Ferla durante il periodo arabo, ma nell’area circostante vi sono testimonianze di un forte radicamento delle comunità alla cultura islamica.
Con i normanni il territorio di Ferla venne a far parte della baronia di Goffredo, figlio del conte Ruggero, e in questo periodo il centro urbano fu ampliato e delineato come città ed è forse da tale momento storico che assunse la denominazione attuale.In seguito passò al Pallancino e quindi ad altre famiglie nobili di Sicilia. Nel 1625 divenne marchesato e passò a Giuseppe Rau e Grimaldi da Noto. I diritti baronali si estinsero con Francesco Tarallo Borgia.

Per quanto riguarda la composizione urbana c’è da dire che Ferla, prima del terremoto del 1693 ,doveva avere un impianto planimetricamente irrazionale perché condizionato dalla notevole accidentalità del suolo su cui sorgeva l’abitato. Il paese si sviluppava sul piccolo pianoro che si estende dalla Matrice al Carmine e poi da qui scendeva seguendo le pareti scoscese che conducono a valle, in contrada “Ronco”.

Il terremoto, cancellò per intero la cittadina medievale comportando la perdita di 800 abitanti. Da quella data in poi il centro abitato fu costruito più a Nord, da quello antico fu ripreso solo la parte in piano e quella ruotante intorno alla chiesa Madre e alla chiesa di San Sebastiano. Nelle zone scoscese, come è ancora oggi evidente grazie alla conservazione di un ampio complesso di ruderi a sud del quartiere Castelverde, l’architettura non fu più ricostruita a scopo abitativo anzi, in alcuni casi fu usata per ricavarne degli orti e delle stalle.

“La Porta di Pantalica”

Il piccolo borgo di Ferla, sui Monti Iblei, è inserito tra i “Borghi più belli d’Italia”  grazie alle bellezze del suo centro storico e del territorio circostante.Qui si possono ammirare bellissime chiese e palazzi, vicoli e cortili suggestivi. A soli 11 km dal centro abitato sorge la Necropoli di Pantalica, sito archeologico e naturalistico di evidente valore internazionale. Grazie a questa prestigiosa vicinanza Ferla è chiamata “La Porta di Pantalica”.