Il nome della città deriva dalla mitologia greca, in cui vi era posto per una divinità chiamata Aci. Questi era un pastore di cui si innamorò Galatea, di cui a sua volta era innamorato il ciclope Polifemo che schiacciò il rivale sotto un masso. Dal sangue del pastore nacque un fiume chiamato  Akis dai greci, oggi “scomparso” sottoterra. Il nome della città ha subito dunque una lenta evoluzione: diventò  Jachium sotto i bizantini, Al Yag  con gli arabi e quindi Aci d’Aquila (o Aquilia) con gli spagnoli. Nel XIV secolo la città si stabilì nel territorio attuale (prima sorgeva nei pressi del castello di Aci, oggi Aci Castello) con il nome di  Aquilia Vetere prima, e di Aquilia Nuova  in seguito. Il nome Acireale fu attribuito alla città, secondo la tradizione, da Filippo IV di Spagna solo nel 1642.

Si narra che Acireale e le altre Aci trassero la propria origine da Xiphonia, una misteriosa città greca oggi del tutto scomparsa. I poeti Virgilio e Ovidio fecero risalire il mito della fondazione alla storia d’amore tra Galatea e Aci, ucciso per gelosia dal ciclope Polifemo.

In epoca romana nello stesso territorio nacque una città chiamata Akis, e che storicamente partecipò alle guerre romano-puniche. Nel Medioevo il borgo si consolidò attorno al castello di Aci e solo nel Trecento una decina di nuclei familiari si spostò più a nord, dove nacque  Aquilia (Aci d’Aquila) o Aquilia Nuova , primo punto stabile dell’odierna città. Il Cinquecento fu importantissimo per Aquilia Nuova, dove si consolidò un forte ceto mercantile che portò una notevole ricchezza alla città e si insediarono diverse corporazioni ed ordini religiosi lasciando una impronta tanto indelebile che ancora oggi spesso viene citata come «la città dalle cento campane ».

” Acireale è una sorta di medioevale Avignone sede di tutte le possibili corporazioni e ordini, religiosi e conventi ed istituti e collegi e perfino sei licei cattolici (oltreché di uno statale)…”

La timpa

La Timpa è un promontorio di circa 80 m di altezza a ridosso della costa di Acireale. Dal 1999 è diventata riserva naturale orientata. È caratterizzata da rocce di origine vulcanica a gradinate e da diverse faglie nelle quali cresce una fitta vegetazione; il territorio della riserva si presenta conservato ed in larga parte incontaminato, pur se inserito in un contesto particolarmente antropizzato, come la costa orientale a nord di Catania.