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Chiese - Luoghi di interesse storico e culturale

Cattedrale di Noto

La cattedrale di San Nicolò è il luogo di culto cattolico più importante della città di Noto, nonché sede vescovile dell'omonima omonima diocesi, in Sicilia. È ubicata sulla sommità di un'ampia scalinata, sul lato nord di piazza Municipio (area domus-ecclesiae), ed è dedicata a san Nicolò, vescovo di Mira. La costruzione del tempio iniziò nel 1694, e fu completata nel 1703, anno in cui fu aperta al culto con una solenne benedizione. Nel corso dei secoli, tuttavia, sia la facciata che l'interno hanno subito numerosi rimaneggiamenti, che le hanno conferito l'aspetto attuale solamente alla fine dell'XIX secolo, con l'erezione della nuova cupola, opera del netino Cassone. L'interno, a tre navate, custodisce numerose opere d'arte, alcune delle quali provenienti da Noto Antica, fra le quali l'urna argentea contenente le spoglie mortali di san Corrado Confalonieri. Il disastroso crollo del 1996, tuttavia, ha causato la perdita dell'intero apparato iconografico, il cui rifacimento, tuttora in corso, fa del tempio uno degli ultimi grandi cantieri d'arte sacra contemporanea. Papa Benedetto XVI il 21 Gennaio 2012 ha elevato la Cattedrale a Basilica Minore.

Esterno L'interno in una foto d'epoca L'interno prima del crollo L'interno oggi La cupola affrescata da Oleg Supereko (2011) La facciata in pietra calcarea tenera è un esempio di stile tardo barocco, cui non mancano elementi eclettici ed una marcata aspirazione neoclassicista. Si erge sulla sommità di una scenografica scalinata composta da tre rampe risalenti al Settecento ma ristrutturate agli inizi dell'Ottocento. La tipologia della facciata è a torri laterali ed è riferibile ad alcune composizioni francesi del Settecento, cui si ispiravano gli architetti del tempo. È coronata da quattro statue tardo settecentesche (eseguite nel 1796 dallo scultore Giuseppe Orlando e raffiguranti gli evangelisti) e presenta nel primo ordine, fiancheggiati da slanciate colonne corinzie, tre maestosi portali: quello centrale è in bronzo e rappresenta episodi della vita di san Corrado Confalonieri da Piacenza, opera dello scultore siciliano Giuseppe Pirrone (1982).
Interno L'interno, a croce latina con tre navate, delle quali quella centrale più grande delle due laterali, ha subito numerosi rimaneggiamenti, raggiungendo le attuali sembianze solamente nel 1899, quando fu costruita la cappella del SS. Sacramento. Quasi completamente disadorno fino alla metà del secolo scorso, fu affrescato dal torinese Nicola Arduino e dal bolognese Armando Baldinelli, fra il 1950 e il 1956, a seguito di un voto fatto dal sindaco della città a san Corrado Confalonieri durante la guerra. La ricostruzione in seguito al crollo del 1996 e alla conseguente perdita dell'apparato iconografico ha restituito l'interno all'originario candore. Nell'abside sono posti due troni vescovili con relativi sgabelli in legno scolpito e dorato (secc. XVIII-XIX), un coro ligneo, lo stemma in marmo del vescovo Angelo Calabretta al centro della pavimentazione, l'altare maggiore in marmo policromo con alle spalle il trittico del maestro Arduino (la cui cornice proviene dall'antico organo) raffigurante san Nicolò al centro, san Corrado a sinistra, e san Guglielmo a destra. Nelle navate laterali è possibile ammirare le opere preesistenti restaurate che sono scampate al crollo. Nella navata destra si trovano le seguenti opere:1) Fonte battesimale in marmi policromi, Immacolata con Santi Martiri, dipinto olio su tela (sec. XVIII); 2) Adorazione dei pastori, dipinto olio su tela, Giovanni Bonomo (1783); accanto all'ingresso laterale è stato ricomposto un mausoleo in marmo policromo del preposito Giovanni Di Lorenzo; 3) Madonna delle Grazie, bassorilievo in marmo dipinto (sec. XVI), decorazioni in stucco e sculture in stucco di S. Lucia e S. Agata, Assenza (1924); 4) Consegna delle chiavi a S. Pietro, dipinto olio su tela, G. Patania (1827). Sull'altare del transetto destro è collocata una statua lignea dorata e policromata raffigurante S. Nicolò (XVIII° sec.). La cappella di fondo della navata destra custodisce la preziosa arca cinquecentesca in legno rivestito in lamina d'argento, finemente lavorata a sbalzo e cesello, contenente le spoglie del Santo Patrono della città e della Diocesi di Noto Corrado Confalonieri (visibile solo in occasione delle festività dedicate al santo nei mesi di febbraio ed agosto). Nella navata sinistra si trovano le seguenti opere:1) Miracolo di S. Francesco di Paola, dipinto olio su tela, attr. Costantino Carasi (sec. XVIII); 2) Spasimo di Sicilia, dipinto olio su tela, Raffaele Politi (1809); 3) Sacro Cuore, scultura lignea policroma (XIX° sec); 4) Madonna e anime purganti, attr. Costantino Carasi (sec. XVIII°), S. Michele, scultura in marmo di scuola gaginiana (sec. XVI°). Sull'altare del transetto sinistro è collocato un Crocifisso, in legno policromo, proveniente dalla Chiesa della SS. Provvidenza in Noto Antica. La cappella di fondo della navata sinistra è dedicata al SS. Sacramento ed è ornata da stucchi realizzati nel 1899 dagli scultori Giuliano da Palazzolo e Senia da Noto.

La chiesa del Santissimo Crocifisso
E' la chiesa più grande del Piano Alto e la seconda (per grandezza) di Noto, essa fu progettata da Rosario Gagliardi nei primi decenni del Settecento. La facciata, incompiuta si eleva su una breve scalinata, che si presenta lineare come il resto della facciata. Il rosone è stato recentemente ricostruito per sostituire un altro piano del frontone con una piccola finestra costruito nella seconda metà del Novecento. La cupola è stata costruita nel 1901 circa, ed è stata inaugurata pochi anni dopo come cupola benedettina. Ai lati dell'ingresso principale si trovavano recentemente dei leoni di origine romana, ora custoditi all'interno della chiesa. L'interno ha 3 navate, le minori sono decorate da altari marmorei e coperti da cupolette, la testata destra del transetto custodisce una grande opera marmorea recuperata da Noto Antica, la Madonna Bianca di Francesco Laurana. Nella navata sinistra si può trovare invece una grande cappella, quella dei Landolina, finemente decorata con stucchi e affreschi, e colorata con colori come il rosa e il celeste che non si trovano nel resto della chiesa. Questa cappella custodisce un altro oggetto importante, la teca con la santa spina. Nell'abside si trova la croce in oro eseguita nel 1746 da V. Rotondo, su disegni del Gagliardi, al centro di questa croce si trova una piccola teca che custodisce una pittura su legno raffigurante il Cristo, recuperata a Noto Antica ed attribuita a San Luca.

Chiesa di San Carlo al Corso
Dedicata a San Carlo Borromeo, è la chiesa del convento dei gesuiti di Noto. Edificata a partire dal 1730 probabilmente su progetto di Rosario Gagliardi, la chiesa è a pianta longitudinale, con tre navate coperte da una volta a botte e scandite da semicolonne. La concavità dell'abside è richiamata, nei pressi del portale, da un corrispondente atrio curvilineo. La facciata, a tre livelli, è caratterizzata dall'uso di colonne libere e dal caratteristico andamento mistilineo-convesso. Il materiale da costruzione è la dorata calcarenite locale. La campana e l'altar maggiore provengono dall'antica chiesa gesuitica della Noto Antica, distrutta nel terribile terremoto del Val di Noto del 1693.

Chiesa di San Domenico
La Chiesa di San Domenico è una architettura religiosa di Noto, fra le più importanti e meglio conservate testimonianze del barocco netino. Venne edificata come chiesa conventuale dei Padri Domenicani, presenti già in Noto antica, ad opera dell'architetto Rosario Gagliardi, fra il 1703 ed 1727. La facciata è a due ordini, il primo dorico ed il secondo ionico mentre la parte centrale sporge verso la strada con forma convessa. L'interno, ben conservato, è strutturato su una pianta a croce greca allungata con cinque cupole riccamente decorate da stucchi ed altari laterali con dipinti settecenteschi, tra i quali spicca in particolare la Madonna del Rosario di Vito D'Anna. L'ex Convento, oggi adibito a scuola, è stato in gran parte ricostruito eccetto che nell'ala verso sud dove è sito un portale bugnato del Sinatra.

Chiesa di Santa Chiara
La chiesa di Santa Chiara (denominata ufficialmente chiesa di Santa Maria Assunta) si trova a Noto, in corso Vittorio Emanuele, adiacente all'ex monastero benedettino del Santissimo Crocifisso. Progettata da Rosario Gagliardi negli anni intorno al 1730, venne completata nel 1758 e fu annessa al monastero (oggi adibito a sede museale). La pianta centrale è di forma ellittica, sul modello delle chiese ellittiche romane edificate tra Cinquecento e Seicento. L'esterno è caratterizzato dalla presenza di una torre campanaria, ornata negli angoli da due capitelli. Lo stile architettonico barocco si riconosce maggiormente all'interno, grazie alle numerose decorazioni con stucchi e putti. Sulle dodici colonne interne sono presenti le statue degli apostoli eseguite dal decoratore e stuccatore Basile. Nell'altare di destra è conservata la pala del 1854 I Santi Benedetto e Scolastica, del pittore palermitano Salvatore Lo Forte. In quello di sinistra è invece custodita una Madonna col Bambino cinquecentesca in marmo attribuita a Antonello Gagini. Originariamente l'unico portale della chiesa era quello situato lungo Corso Vittorio Emanuele; verso la fine del XVIII secolo ne fu aggiunto un altro dal lato di via Pier Capponi, a causa di alcuni lavori lungo il Corso. Dopo il completamento dei lavori fu però riscontrato un notevole abbassamento del piano stradale, che rese pertanto inagibile il portale originario. Oggi l'unico accesso alla chiesa è quello da via Pier Capponi. La chiesa è stata oggetto di lunghi lavori di restauro, conclusi nel 2006.