La Settimana Santa

  • La festa ha inizio la Domenica delle Palme, con una lunga processione dove la gente porta con sè palme e rami di ulivo, la processione si conclude con il tradizionale rito religioso e la benedizione delle palme. Il Mercoledi Santo ha inizio il rito della passione di Cristo. In questo giorno una suggestiva processione celebra Signuri a canna il Cristo viene portato a spalla dai giovani per le vie principali del paese.
  • x info: Comune di ferla
  • La festa di san sebastiano

  • La festa solenne si celebra il 20 Luglio. La sera della vigilia dopo la tradizionale Curruta(la statua viene portata fuori dalla nicchia dove viene conservata durante l'anno e deposta sull'altare, tra le grida e le invocazione dei fedeli), A Nisciuta la reliquia ed il braccio argenteo vengono portati in processione per le vie principali del paese. All'alba del giorno 20 lo sparo di venti colpi a cannone richiama la gente all'affollata messa dell'alba.E' tradizione andare a questa messa in pellegrinaggio, offrendo un cero votivo. I portatori del fercolo i nudi sono vestiti con dei pantaloni bianchi e sul petto nudo portano un nastro rosso recante l'immagine di S.Sebastiano.
    x info: Comune di ferla

 

ferla

Se le prime tracce del nome "Ferla" compaiono durante la stagione medievale, il paese è ben più antico, e abbondano su tutto il territorio, testimonianze preistoriche, greco-romane e paleocristiane.

Prima dei greci sorgeva un sito abitato sulla collina denominata “Castello”, poco a sud dell'attuale abitato, e nelle immediate vicinanze, tracce di necropoli e di abitazioni rupestri ancora oggi documentano archeologicamente l'esistenza di tale nucleo.

L'abitato continuò ad esistere dopo la colonizzazione greca (VIII secolo a.C.), ad esso sembrerebbero riferirsi le notizie relative al "Castel di Lega" citato da Tucidide.
La presenza di una, seppur limitata, comunità umana nel luogo è confermata anche negli anni della evangelizzazione cristiana e nelle età successive. In tal senso il piano di San Sebastiano va visto come luogo centrale di un nucleo urbano scelto da un popolo che qui ha mantenuto con continuità, dall'età ellenistica ad oggi la sua presenza.
Nulla sappiamo di ciò che avvenne a Ferla durante il periodo arabo, ma nell'area circostante vi sono testimonianze di un forte radicamento delle comunità alla cultura islamica.
Con i normanni il territorio di Ferla venne a far parte della baronia di Goffredo, figlio del conte Ruggero, e in questo periodo il centro urbano fu ampliato e delineato come città ed è forse da tale momento storico che assunse la denominazione attuale.
In seguito passò al Pallancino e quindi ad altre famiglie nobili di Sicilia. Nel 1625 divenne marchesato e passò a Giuseppe Rau e Grimaldi da Noto. I diritti baronali si estinsero con Francesco Tarallo Borgia.

Per quanto riguarda la composizione urbana c'è da dire che Ferla, prima del terremoto del 1693 ,doveva avere un impianto planimetricamente irrazionale perché condizionato dalla notevole accidentalità del suolo su cui sorgeva l'abitato. Il paese si sviluppava sul piccolo pianoro che si estende dalla Matrice al Carmine e poi da qui scendeva seguendo le pareti scoscese che conducono a valle, in contrada “Ronco”. Il terremoto, cancellò per intero la cittadina medievale comportando la perdita di 800 abitanti. Da quella data in poi il centro abitato fu costruito più a Nord, da quello antico fu ripreso solo la parte in piano e quella ruotante intorno alla chiesa Madre e alla chiesa di San Sebastiano. Nelle zone scoscese, come è ancora oggi evidente grazie alla conservazione di un ampio complesso di ruderi a sud del quartiere Castelverde, l'architettura non fu più ricostruita a scopo abitativo anzi, in alcuni casi fu usata per ricavarne degli orti e delle stalle.